tripepi

settembre 28, 2008

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Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 7:08 am

Giorgio Dell’Arti, quando si dice scrivere con il cuore.

[…] noi volevamo bene a Paul Newman. Guardi che “voler bene”, riferito a un attore, è una stravaganza. Gli attori e le attrici si ammirano, si imitano, si invidiano, si desiderano o magari si detestano, o addirittura si amano. Vogliamo bene a un attore, invece, quando sentiamo che è entrato nella nostra vita senza sforzo e che ci unisce a lui una misteriosa famigliarità. Egli occupa la nostra immaginazione e suscita la nostra simpatia con naturalezza. Del tutto a torto, noi sentiamo che non è così distante come ci vorrebbero far credere le parole “Hollywood” o “Divo”.

Mastroianni, a Parigi, tormentato dal cancro, in un bistrot con la sigaretta in mano, fuori pioveva, lui dentro con l’impermeabile ancora addosso, seduto sull’orlo della sedia raccontava la felicità della sua vita commentandola con queste parole: «Hai capito? E me pagavano pure!».

settembre 26, 2008

insonnissimo

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 11:04 PM

steso nel letto in posizione wifi, con il computer appoggiato precario sulla panza a 45°, invece di dormire penso perchè non dormo. esistono, di fondo, due categorie di ragioni.

1 è che ho preso questa pessima abitudine di portarmi a letto lo schermo: insana è dire poco. accendo un qualche film, mi ci addormento, mi risveglio, eccetera eccetera. beh, non riesco a spiegarlo bene mi rendo conto, ma è chiaro che è un brutto lavoro.

2 è più fetida e legata a difetti gravi della personalità. io lavoro come quasi tutti, anzi se vado bene a vedere probabilmente sono quantitativamente sotto la media. è abbastanza il risultato di una scelta, per cui va bene: ho deciso da anni che dal lavoro mi devo difendere almeno un po’, la roba che faccio mi piace, basta.

però ho fatto questa mossa di una specie di libero professionismo, che mi sta proponendo negli ultimi mesi varie possibilità. ognuno di questi giorni mi porta qualcosa di nuovo, che si presume io possa fare, ma che non ho fatto ancora mai. e ho paura. senza la luce del sole, di più. e la notte, invece di dormire, penso.

settembre 25, 2008

il ritorno di tripepi. forse.

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 8:31 PM

sto cercando di comprendere meglio il senso di questo facebook, o forse meglio ancora, dove esattamente finisce l’interazione e inizia il commercio delle cose che non vuoi comprare, la diffusione dei fatti tuoi che non vuoi dire…

giugno 14, 2008

parrà banale

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 8:59 PM

Ma mettiamo dunque, ammettiamo per ipotesi che ci piaccia una che lavora con noi. Una fidanzata, perdipiù, da diec’anni dice.

E che noi, io, sperduto nella ricerca vana di chi sono veramente, di cosa dovrei essere tra questo cagasotto sobrio e lo spavaldo mezzo ubriaco d’altri momenti, debba dopo mesi, forse un anno, optare fra le varie opzioni.

  • lasciarmi morire di pigra rassegnazione, dicendo delle mezze cose ogni tanto, offrendo degli aperitivi, avendo delle attenzioni discontinue e facendomi scoraggiare dalla minima cazzata che non risponda perfettamente alle frasi immaginarie che ritengo di dovermi sentir dire. Già perchè lei scherza, dice, ed io ho questa insensata paura che sia vero, quando in realtà si scherza sempre e si fa sempre sul serio allo stesso tempo, poi dipende dalle facce e occhi e bocca e persino gambe dell’interlocutore.

  • Oppure, eppure, andrebbe trovato un modo: forse ho perso l’allenamento e non so più come fare quel passetto in più. Ma dovrei, essendo che nessuna, dope 3, 4, 5 mezze cose, può non accorgersi di niente. Si accorgono eccome, e continuano a giocare, senza sapere più quale è il gioco ma solo perchè gli piace.

  • Oppure no, un’altra volta, perchè lavorare assieme uccide, quando uno dovrebbe fare il corteggiatore a tempo pieno si ritrova facce e gesti sbagliati, si dimentica di guardare e di adorare e di toccare perchè deve rispondere alle email.

  • Oppure no, ancora, perchè forse siamo interessanti e desiderabili e forse invece solo piuttosto utili a sto giochino del conforto, uno spritz alle 6 e mezzo della parte insoddisfatta della vita di quell’altra che non diventerà mai cena, mai cinema, mai quattro passi nel centro ancora affollato d’estate piuttosto brilli più che di bevande di situazioni, con la voglia di arrischiarsi a guardarsi finalmente negli occhi.

  • Oppure no di nuovo, perchè magari tutto quello che si vuole pare di non essere soli, e allora giù con la prima che ci sembra abbastanza debole da tentarci, abbastanza sveglia da pensarci su, ma che alla fine non ci intriga abbastanza, non ci accende e non ci lascia lì col batticuore.

  • Oppure si, senza star lì troppo a pensarci.

aprile 24, 2008

limitare le perdite

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 8:54 PM

domenica scorsa, alla fine di una complicata ma bella giornata sulla riva del po, nella quale ho mangiato pure il pescegatto, fritto, un personaggio della mitologia ittica fino a oggi… domenica, dicevo, mi è venuto male il finale e alla stazione di parma ho dimenticato il giubbotto con tutte le chiavi di una vita intera:

– le chiavi di casa, porta inutilmente blindata, cancello dei carcerati del condominio, posta cartacea che inghiotte solo pubblicità.

– le chiavi della macchina che non voglio più guidare se non nel pianeta dell’indispensabile, che avevano allegate altre chiavi di posti dove ho lavorato secoli fa, ma probabilmente valgono ancora, e poter potenzialmente aprire certe porte del piemonte, non lo avrei più fatto ma era simpatico sapere di potere.

– le chiavi del lavoro, di porte che si aprono solo inginocchiandosi per tenerti a mente a tutte le ore la stronzaggine degli architetti del mondo.

a fatica, ma ho accettato la cosa. più delle chiavi, mi è dispiaciuto per il giubbotto equosolidale che mi ero comprato anni fa, e faceva il suo esordio stagionale come nuovo. sentendomi più nudo del dovuto nel treno, mi sono ricordato di averlo comprato proprio a parma, in quella che adesso sembra un’altra era: lei me lo ha dato e lei se lo è ripreso.

aprile 12, 2008

ignoranza e algeria

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 10:30 PM

algerini erano, papà e figlio nuotatore apparsi vicino a casa mia ieri pomeriggio tardi, che tornavo dal lavoro in pullman meno automobilista che mai. per motivi che presto o tardi mi dilungherò a spiegare.

hanno attaversato la strada verso di me e il papà ha parlato, chiesto dove fosse l’ufficio postale e io glielo ho detto. lontano.

doveva fare il bancomat, papà, per iscrivere in piscina il figlio appena arrivato in italia. io zappavo sui miei due canali. lo stronzo pauroso che sono, di recente scottato da truffa automobilistica di dimensioni minime ma di rabbia causata considerevole, da due italianissimi e senza dubbio più stronzi di me. su gigi2 la versione belleville, nella quale divento amico di tutti i nordafricani di romagna che mi invitano a casa la domenica a mangiare il couscous.

ho dato un passaggio bancomat al duo. senza che davvero uno dei due me abbia prevalso, visto che nei due chilometri di viaggio mi sono alternato a pensare:

“non mi rapinano per pietà, chi potrebbe fare una cosa del genere al titolare di una tipo dgt dell’89.”

“alle olimpiadi del 2016, caro il mio rasheed, quando con la medaglia d’oro al collo ti intervisteranno a bordo piscina, ricordati di ringraziare lo sconosciuto che ha portato tuo padre al bancoposta. ci terrei.”

gennaio 6, 2008

ripresa

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 9:45 PM

a causa di una non precisata serie di pigrizie e sfiducie, questo blog è rimasto a lungo sospeso; cambia con oggi pure indirizzo, nell’illusione ben nota al suo estensore che andare da qualche altra parte possa in qualche modo renderci qualcun altro.

invece di solito non è così.

si cambia faccia, orologio, residenza, lavoro, amicizie, ma dopo qualche tempo anche quegli altri si accorgono che non sai giocare a pallone ma solo parlarne, e ad un tavolo di 17 16 si girano allo stesso tempo verso di te per fare il conto.

e tu conosci, in effetti, il risultato.

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novembre 14, 2007

da un altro tempo

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 9:04 PM

io lavoro in un posto strano e difficile da definire, una biblioteca/ristorante/scuola di cucina/enoteca/echipiùneha, che porta il nome di un gastronomo scrittore. il posto è nuovissimo ma sta diventando famoso, oggi ho risposto a un numero imprecisato di mail.
non ho però risposto a quella che mi è piaciuta di più: una lettera manoscritta in calligrafia incerta, che mi ha lasciato senza fiato.

Spett.le Artusi
io possiedo un vostro libro, conosco le vostre ricette.
La mia edizione è stata acquistata nell’80, non ho visto alcune ricette, che ritengo regionali;
nel mantovano sono conosciute.
Se vi interessano sono:
“Tortelli sguasserotti”
“Seor”
“Sbrisolona cotta nel liquore”
Questo è il mio indirizzo

(segue preciso riferimento, completo di numero di telefono.)

a me il delicato compito domattina di rispondere debitamente alla gentile signora che scrive dando del voi. la inviterò a condividere senza meno con noi le sue ricette, e dovrò comunicarle con cautela la notizia della dipartita di Pellegrino Artusi,
avvenuta nel 1911.

ottobre 31, 2007

libano/10: comprare zampirone

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 12:32 am

fra pochi giorni tornerò a casa, più confuso e curioso che mai. non che tre settimane possano bastare a capire alcunchè di un posto qualsiasi, ma di sicuro non di questo qui.
questo nebuloso paese di tutti, pieno di buoni e di cattivi, di resti fenici e romani, con l’università americana e i lussi insensati eppure affascinanti di alcuni di questi mediorientali sui generis, commercianti da generazioni, abilissimi a creare ricchezza ma forse incapaci di vedersi popolo.
gli hezbollah sono gli unici a sbattersi per se stessi e per gli altri, a quanto pare. uno stato nello stato, che però non si fa giudicare facilmente: integralisti e solidali, partigiani e terroristi. sono i più musulmani di tutti, ma sempre e comunque una minoranza.
i libanesi della media borghesia, a quanto pare tendono a parlarsi in francese. la loro lingua madre è l’arabo, ma a scuola non si studia più: per cui continuano a parlarlo ma se incontrano, che so, un egiziano, si capiscono poco. scrivere in arabo, leggere in arabo, lo fanno sempre meno.
nonostante tutto, non pare il caso di parlare del solito popolo che perde l’identità. loro si piacciono così, sono sempre stati così. non danno punti di riferimento, come certi centravanti ungheresi degli anni 50.

ma guarda in che discorsi mi vado a infilare. è che non c’è verso di dormire, le zanzare non danno tregua e come al solito ho mangiato troppo.

ottobre 27, 2007

libano/9 – sud

Filed under: Senza Categoria — moulthard @ 11:57 PM


sono entrato inconsapevole, ma solo un po’, nella mia terza e ultima settimana qui. oggi un piano più ambizioso mi doveva portare a damasco, quattro ore di taxi collettivo da beirut se va tutto bene alla frontiera. invece no: ma a damasco bisogna andarci, e presto e comunque lo farò.
non sono andato perchè il weekend comprendeva già troppe cose.
il mercato souk el tayeb, il punto di riferimento un po’ controverso di quelli che si vorrebbe fare noi, oggi era più bello che mai. con più banchi e persone. più colore, più cooperative di donne delle montagne e alcuni mai visti contadini del nord. alla terza visita di fila, posso ormai salutare metà delle persone che ci vedo e persino capire quando mi dicono che dovrei imparare un po’ d’arabo, perchè vorrebbero parlarmi di più.
al pomeriggio c’è stato il sud, e perdermelo sarebbe stato un peccato.
l’ho capito ormai o no, che questo è un paese assurdo? il sud, a prima vista lo diresti più ricco, a giudicare dalla campagna, i bananeti, le palme cariche di datteri… ma a saida ci sono i bambini palestinesi che fanno l’elemosina e ti si attaccano alle braccia, come raccontano quelli che hanno visto lontane povertà.
abbiamo pranzato spiedini a saida, in un fornello pronto come si fa a cisternino, che in puglia è il paese della carne arrosto. proibiti gli alcolici, e un rimbambito è entrato nel ristorante armato di coltello per risolvere chissà che controversia. l’hanno cacciato a calci in un nanosecondo, che è stato comunque un po’ lunghino.
e poi siamo andati a tiro. tyr e saida, tiro e sidone come alle scuole elementari, in un pomeriggio solo.
30 gradi ancora, un cinema all’aperto, mare, mare, mare e lungomare: non ho portato il costume è una scusa un po’ sfigata e lo so, ma da queste parti il bagno in mutande proprio non si fa.

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